Premio Peano 2005

Il “Premio Peano” 2005 viene bandito per libri pubblicati nel corso dell’anno 2005.
L’organizzazione del Premioè a cura del Direttivo Mathesis.

Il vincitore

La sesta edizione del Premio Peano ha visto vincitore Peter Pesic, con il libro La prova di Abel, Bollati Boringhieri, 2005 (Titolo originale: Abel’s Proof. An Essay on the Sources and Meaning of Mathematical Unsolvability , The MIT Press, Cambridge, Ma, 2003). La giuria ristretta, composta dai colleghi Ferdinando Arzarello, Enrico Bellone, Alberto Conte, Angelo Guerraggio, Franco Pastrone e Fedrico Peiretti ha confermato il voto espresso dai soci, che ha visto una supremazia netta nei confronti di altri libri in gara. L’interesse che la matematica presenta tuttora per molte persone di cultura, non necessariamente specialistica, dimostrato dal successo di libri, film e opere teatrali dedicate a personaggi vissuti in epoche molto diverse (da Saccheri a Fibonacci a Gödel a Nash, per citarne solo alcuni), ci conforta a continuare sulla strada intrapresa con il nostro premio, che nato come piccolo evento, sta crescendo anno per anno. I vincitori delle cinque edizioni precedenti sono tutti nomi di grande prestigio sia nel campo della scrittura matematico-letteraria, come A. Doxiadis, che nella matematica militante, come A. Connes, medaglia Fields e premio Wolf, e G. Lolli, che nella divulgazione matematica e scientifica, come K. Devlin e P. Odifreddi, M. Livio astrofisico di fama mondiale e divulgatore di successo infine M. du Sautoy, vincitore per il 2004. I vincitori stranieri sono tutti venuti a Torino per ricevere il premio, insieme con gli italiani. Peter Pesic prosegue l’elenco di vincitori di alto profilo.

La premiazione avrà luogo, in collaborazione con Extramuseum, nell’ambito di Giovedì Scienza, al Teatro Colosseo, il giovedi’ 14 dicembre, alle ore 17,30.

Pesic, fisico, storico e musicista, è tutor nonché musicista residente (musician-in-residence) al St. John’s College in Santa Fe, New Mexico, Stati Uniti. Ha studiato Fisica all’Università di Stanford, dove ha conseguito un Ph.D. nel 1975 e dove è stato prima ricercatore e poi professore associato presso il Stanford Linear Accelerator Center. Come storico ha pubblicato diversi lavori, dedicati in particolare a Francis Bacon e Gottfried Leibnitz. Ha pubblicato altri tre libri per la MIT Press, Labyrinth: A Search for the Hidden Meaning of Science (2000), di prossima pubblicazione da Bollati Boringhieri (con il titolo: Labirinto, indagine sul significato nascosto della scienza), Seeing Double: Shared Identities in Physics, Philosophy, and Literature (2002) e Sky in a Bottle. Come pianista ha eseguito diversi concerti con musiche, fra gli altri, di Bach, Beethoven, Haydn, Mozart, Schubert.

Il libro premiato
È affascinante il nuovo libro di Peter Pesic, La prova di Abel. Un libro nato dal desiderio dell’autore di riscoprire il percorso storico dei matematici nella ricerca delle soluzioni delle equazioni algebriche, da quelle più semplici, di primo o secondo grado, che tutti abbiamo studiato a scuola, fino all’equazione impossibile, quella di quinto grado, con la dimostrazione di Abel sull’impossibilità di risolvere questa equazione o una di grado superiore. “I simboli matematici possono nascondere verità con un significato umano profondo, anche se trascendono l’umano – scrive Pesic – La dimostrazione di Abel contiene un segreto fondamentale: come può la ricerca di soluzioni portare all’irrisolvibilità?” Anche soltanto da queste semplici considerazioni e dalle pagine che seguono, si capisce che il lavoro di Pesic è un’indagine non solo matematica, ma culturale, che richiede al lettore soltanto le conoscenze più elementari dell’algebra. Come scrive nell’introduzione, il libro è dedicato alle persone “affascinate dalle idee di fondo, ma poco avvezze ai particolari tecnici e matematici”. A questo scopo, ha tenuto il discorso più matematico al di fuori del testo, raccogliendolo in schede a parte. “Gli esperti, assorti nei loro studi avanzati – osserva giustamente Pesic – cessano di meravigliarsi dell’elementare, magari non fanno caso alle intuizioni di base che io stavo cercando. Per trovarle dovevo tornare alla fonte, ripercorrere il viaggio narrato in questo libro. La storia inizia nell’Antica Grecia e ha il suo culmine in Norvegia e in Francia negli anni venti del XIX secolo. La scoperta di Abel è veramente sorprendente, e stranamente bella”. Una storia che sedurrà sicuramente il lettore.
Federico Peiretti

Alcune citazioni

“Peter Pesic’s tale of how maths came to be is as exciting as any fiction.”
Economist

“Pesic’s book is a good place to begin to learn about this important piece of intellectual history.”
Fernando Q. Gouvea, American Scientist

“This book is a splendid essay on Abel’s proof that the general quintic cannot be solved by radicals. The author does an excellent job of providing the historical and mathematical background so that the reader can understand why this question is so compelling. The vivid nontechnical style of the text captures the intricate dance of mathematics and the passionate lives of the people involved.”
David A. Cox, Department of Mathematics and Computer Science, Amherst College

“A unique book. Peter Pesic’s chronicle of the long road mathematicians traveled toward understanding when an equation can be solved–and when it can’t–is enjoyable, lucid, and user-friendly. The author takes pains to credit less familiar names such as Viète and Ruffini and requires of his readers no more than basic algebra–and most of that placed conveniently apart from the main text.”
Tony Rothman, Department of Physics, Bryn Mawr College

“Peter Pesic writes about Abel’s work with enthusiasm and sensitivity, beautifully evoking this marvelous moment in the development of algebra.”
Barry Mazur, Gerhard Gade University Professor, Harvard University

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  1. VV., I Matematici, Ghisetti & Corvi, 2005
    Per capire il processo della creazione matematica, bisogna cogliere quello che fa di un matematico un matematico originale. Questo libro raccoglie i ritratti di quindici grandi Matematici e descrive il loro rapporto con la propria epoca, il loro modo di considerare la propria attività. Essi vanno ben al di là dell’aneddoto: rivelano la genesi delle idee nuove e mettono in luce il carattere audace, dinamico e pieno di immaginazione dell’invenzione matematica. Il volume è costituito da una raccolta di saggi volta a mostrare come la matematica sia un’attività aperta e realmente infinita, come la sua storia sia segnata da crisi e riprese, come i suoi risultati sono costantemente sottoposti alla reinterpretazione all’interno di nuove costruzioni teoriche. Questi alcuni dei matematici ai quali è dedicato un saggio monografico: Leonardo da Pisa, Pierre de Fermat, Isaac Newton, Gaspard Monge, Carl Friedrich Gauss, Sophie German, Jean-Baptiste Fourier, Bernhard Bolzano e tanti altri ancora.
  2. VV., a cura di Michele Emmer, Matematica e cultura 2005, Springer Verlag, 2005
    In questo volume, dedicato all’artista Armando Pizzicato, viene affrontato il tema del legame dell’arte con la matematica. Oltre che di Pizzinato, si parla anche di Pollock, grazie alla collaborazione della Guggenheim Collection di Venezia. E si parla di architettura, dalla topologia ai progetti di Ghery e di Renzo Piano. E di modelli matematici per la lotta contro il cancro, contro l’AIDS. Di come la matematica può aiutare a prevenire ed intervenire. E si parla di matematica della guerra e di come la matematica possa aiutare a proteggere l’ambiente. Non poteva mancare Venezia. Il vetro, le murrine, grazie alla fantastica collezione di Giovanni Sarpellon. E di quarta dimensione, di rendere visibile l’invisibile. E alla fine, un poco di magia, grazie a Bustric. E di tante altre cose, non dimenticando l’omaggio ed il ricordo a un grande matematico: H.S.M. ‘Donald’ Coxeter.

Alcuino di York, (a cura di Raffaella Franci), Giochi matematici alla corte di Carlo Magno, Edizioni ETS, 2005
Da dove viene la famosa espressione “salvare capra e cavoli”? Da un gioco di logica matematica, apparentemente semplice, ma dagli sviluppi curiosi.Il testo qui proposto contiene molti giochi del genere. Si tratta di ‘scherzi’ e indovinelli ed è il primo dove viene enunciato il noto rompicapo del lupo, della capra e del cavolo. Alcuino di York infatti, un monaco inglese chiamato alla corte di Carlomagno nell’anno 781, raccolse una serie di problemi originali e divertenti da usare come strumento per l’educazione dei giovani. Incredibilmente moderno, tanto da anticipare di vari secoli l’enunciazione di problemi matematici importanti, ebbe grande successo nel mondo antico. Una puntuale bibliografia e il testo latino originale consentono all’appassionato e allo studioso una lettura più approfondita. Raffaella Franci è professore ordinario di Matematiche complementari presso l’Università di Siena. Studiosa di Storia delle matematiche, ha pubblicato numerosi saggi sulla storia della matematica medioevale.

Amir Aczel, Chance. Dai giochi d’azzardo agli affari (di cuore), Cortina Raffaello, 2005
Perché la buona sorte sorride ad alcuni e tradisce altri? E possibile valutare la probabilità che un certo evento si verifichi e, soprattutto, è possibile influenzarlo? In questo viaggio nel mondo del caso, l’autore mostra ancora una volta quanto sia facile pensare matematicamente. Il libro contiene un’appendice su: corse dei cavalli, roulette, poker e altri giochi d’azzardo.

Ana Millan Gasca, All’inizio fu lo scriba – Piccola storia della matematica, Mimesis, 2005
La matematica è uno dei fondamenti universali della cultura umana. Le ricerche moderne hanno rintracciato l’origine di questo sapere attraverso le prime registrazioni scritte, nell’organizzazione della vita associata e nei primi tentativi dell’uomo di capire il mondo che lo circonda, di “decifrare” i segreti del cielo e della terra. Essa appartiene fin dai tempi più antichi al bagaglio di conoscenze trasmesso sui banchi di scuola: molte delle prime testimonianze archeologiche che ci sono pervenute sono esercizi scolastici degli apprendisti scribi. L’aritmetica e la geometria, le discipline di base della matematica, sono state costituite nel mondo greco, che ha creato il metodo deduttivo e ci ha lasciato in eredità i primi libri di matematica. Sapere universale, sapere antico, ma anche straordinariamente dinamico, la matematica ha accompagnato la storia umana arricchendosi di nuove branche, fornendo utili strumenti per pensare la realtà e per dominare il mondo fisico. E, all’inizio del Novecento, ha persino messo in discussione le sue più antiche certezze. Uno sguardo storico alle sfide e alle crisi che la matematica ha attraversato ci permette di comprendere meglio il suo ruolo nel mondo odierno, nella scienza e nella tecnologia, e la rinnovata esigenza di insegnarla ai più giovani.

Angelo Guerraggio, Pietro Nastasi, Matematica in camicia nera. Il regime e gli scienziati, Bruno Mondadori, 2005
Chi erano in realtà i più celebri protagonisti della matematica negli anni del fascismo? Uomini di genio completamente estranei alle vicende politiche, grigi e fedeli sostenitori dell’establishment o intellettuali impegnati a difendere il valore universalistico della scienza? Da Volterra a Levi-Civita, passando per Severi ed Enriques, si delinea un panorama quanto mai vasto ed eterogeneo, che spazia da posizioni dichiaratamente antifasciste a ideologie liberali e socialiste, per arrivare a figure che espressero a gran voce la propria adesione al regime. Ripercorrendo le loro vicende personali, i risultati matematici e le posizioni politiche, il libro ricostruisce la storia della matematica e, più in generale, della cultura scientifica italiana fra le due guerre affrontando la spinosa questione del rapporto fra intellettuali e potere politico. Attraverso il riferimento al periodo aureo di inizio Novecento, un rigoroso esame delle influenze esercitate dal regime sul mondo accademico e un confronto fra lo statuto della disciplina in Italia e all’estero, gli autori delineano un percorso – quello della matematica italiana – che offre numerosi spunti di riflessione anche per comprendere i costumi del dopoguerra e la situazione attuale.

Bellone Enrico, La scomparsa dell’Italia scientifica, Einaudi, 2005

Ben Mezrich, Blackjack Club – La vera storia dei sei studenti di matematica che hanno sbancato Las Vegas, Mondadori, 2005
Si può vincere a blackjack tanto da sbancare il casinò, ma senza barare e senza violare in qualche modo la legge? La storia di un gruppo di geniali studenti di matematica del Massachusetts Institute of Technology di Boston, il più prestigioso centro di ricerca scientifica del mondo, sembra proprio dimostrare che è possibile. La vicenda del Blackjack Club balzò agli onori della cronaca alcuni anni fa, dopo che i suoi appartenenti ebbero sottratto ai maggiori casinò degli Stati Uniti, aggirandone ripetutamente i sistemi di sorveglianza e protezione, ma nella piena legalità, oltre 3 milioni di dollari. E senza mancare a un solo party del college, a una sola partita di football o a un solo esame. Mentre i loro compagni passavano il tempo in ricerche di laboratorio e nelle biblioteche, il “club del blackjack” si recava ogni settimana a Las Vegas con enormi quantità di denaro, messe a disposizione da finanziatori senza scrupoli, e una ventina di pseudonimi e false identità. Qui, grazie a puntate da capogiro, a un infallibile codice di comunicazione cifrato e a un semplice sistema di calcolo matematico, elaborato da un docente del loro stesso ateneo, questa squadra di “primi della classe” riuscì regolarmente a far saltare il banco delle case da gioco, arrivando così a disporre di molto più denaro di quanto fosse in grado di spendere. Finché i casinò non consumarono la propria vendetta.

David Foster Wallace, Tutto e di più – Storia compatta dell’infinito, Codice, 2005
Autore di culto in tutto il mondo, romanziere tra i più esplosivi in circolazione, David Foster Wallace torna a confrontarsi con l’infinito dopo l’impresa titanica di “Infinite Jest”. Smesse le vesti dello scrittore di fiction, Wallace si prende la responsabilità di indossare i panni del matematico determinato a regolare i suoi conti con il concetto del quale non si può pensare niente di più grande. Il risultato è un reportage senza esclusione di colpi nel mondo astratto dei numeri, tra formule spaccacervello e grafici astrusi.

Enrico Bellone, La scienza negata. Il caso italiano, Codice, 2005
La negazione della scienza come rifiuto dell’inedito, come paura del sovvertimento di un ordine, come crisi di valori: un pregiudizio che viene da lontano e che si è radicato in maniera più o meno forte in diverse epoche e in diverse società. L’Italia più di altri paesi continua su questa strada di “rivolta della ragione”, di strenua e ottusa resistenza. Con “La scienza negata” lo storico della scienza Enrico Bellone riprende il racconto di questo rifiuto scavando nelle sue cause e nelle sue conseguenze, analizzando il ruolo non secondario che schiere di intellettuali, moralisti, religiosi e politici hanno avuto nel presentare un quadro della conoscenza deformato e pericoloso.

Franco Palladino, Salvatore Sicoli, Angoli, linee, stelle. Origini e sviluppo della trigonometria, Aracne Editrice, 2005
Nel descrivere l’evoluzione dei procedimenti della trigonometria (specie nel caso di quella sferica) nelle diverse epoche, gli autori hanno seguito un percorso che li ha portato a dimostrarne, utilizzando le metodiche del tempo, i teoremi fondamentali. Nelle dimostrazioni, corredate di figure chiare e gradevoli, sono esplicitati i passaggi formali e, per la loro comprensione, oltre alla conoscenza dei numeri complessi e del concetto di serie, non è strettamente necessaria una preparazione di livello universitario. Singolarmente collocata in posizione intermedia fra la matematica pura e quella applicata, la trigonometria si è rivelata pressoché indispensabile in ogni settore della fisica e della tecnica, ma la sua fondamentale importanza è risultata evidente anche nello sviluppo di teorie avanzate e astratte come la geometria non euclidea. Per il ruolo che vi ha svolto attraverso i secoli il calcolo trigonometrico, un posto a parte fra le applicazioni è stato qui riservato all’astronomia ma, per la varietà degli argomenti trattati, l’opera può essere apprezzata anche dagli appassionati di storia della scienza in generale. Due appendici completano il lavoro: la prima illustra l’evoluzione dei modelli astronomici planetari dell’antichità, mentre la seconda appendice traccia una breve storia cronologica della trigonometria.

Gabriele Lolli, QED. Fenomenologia della dimostrazione, Bollati Boringhieri, 2005
La dimostrazione matematica è l’incubo degli studenti, un rompicapo per la filosofia, un mistero per le persone comuni, che della matematica ricordano solo calcoli e formule. Si celebrano coloro che dimostrano teoremi (come di recente quello di Fermat), si fanno film su questi personaggi, ma come abbiano fatto, in che cosa consista la loro prestazione non si sa e non si prova neanche a chiedere. Nella filosofia, la conoscenza rappresentata dalla matematica è stata, da Aristotele in poi, il modello di una conoscenza certa, assoluta, garantita; per spiegarla e giustificarla si sono costruite le metafisiche che scandiscono la storia del pensiero, dal platonismo al razionalismo allo psicologismo. In questo libro, la problematica delle dimostrazioni viene inserita in un quadro storico e filosofico, dai greci a Descartes alla rigorizzazione dell’Ottocento, ma soprattutto le dimostrazioni vengono discusse dall’interno, per far risaltare il loro ruolo nella costruzione della matematica. Con dovizia di esempi, sono messe in luce una pluralità di funzioni, una varietà di strategie e una molteplicità di stili. E al di sotto delle differenze di stile, tra aritmetica, algebra, geometria, si fa vedere come agiscano le diverse capacità espressive dei linguaggi e le diverse potenzialità deduttive delle logiche che si usano, spesso senza esserne consapevoli. Mostrando quali diverse leggi logiche sostengano le diverse strategie il libro si propone quindi di essere anche una introduzione pratica alla logica in azione.

George Lakoff, Rafael E. Nunez, Da dove viene la matematica – Come la mente embodied d, Bollati Boringhieri, 2005
Questo è un libro sulle idee matematiche, su che cosa significa la matematica, e perché. Non riguarda soltanto la verità dei teoremi ma che cosa significano i teoremi e perché sono veri in virtù di quel che significano. Fornisce una risposta a uno dei problemi più profondi della filosofia della matematica: come può un essere con un cervello e una mente “finiti” comprendere l’”infinito”. E’ il primo tentativo di proporre una metodologia rigorosa per l’analisi delle idee matematiche: un’analisi cognitiva della loro struttura, di come le idee matematiche sono radicate nella esperienza della vita fisica quotidiana, di quali meccanismi cognitivi fanno uso e come sono collegati gli uni agli altri. Un grande ruolo è assegnato dagli autori alla metafora concettuale nella proiezione del ragionamento sensomotorio (cioè fisico, corporeo) nel ragionamento astratto. Secondo Lakoff e Núñez, capire le idee matematiche e come sorgono dai nostri corpi e cervelli permetterà di demistificare la matematica e di capirne meglio il significato.

Gilles Cohen, Angelo Guerraggio, Pitagora continua a divertirsi. 70 giochi matematici, Bruno Mondadori, 2005

Ivars Peterson, Un safari matematico, Longanesi, 2005
Che cos’è l’ordine? È qualcosa che è presente nella realtà e a essa essenziale oppure qualcosa che la nostra mente, solo in conseguenza dei suoi limiti, immagina di imporre a una realtà esterna? Quel che è certo è che la ricerca di regolarità, di schemi, di configurazioni è uno dei temi che rendono così interessante la matematica. E se non possiamo predire se il prossimo lancio della moneta darà testa o croce, o fra quanto tempo decadrà un particolare atomo radioattivo, la matematica e la statistica – la meno intuitiva di tutte le scienze – ci permettono di farci un’idea del funzionamento del caso a una scala maggiore e di cercare di dare un senso al mondo. (da LibriAlice.it)

Jean-Paul Delahaye, Sorprese della matematica, Ghisetti & Corvi, 2005

John Barrow, L’infinito. Breve guida ai confini del tempo e dello spazio, Mondadori, 2005
L’infinito è sicuramente la più strana idea che gli umani abbiano mai concepito, un enigma che assilla la nostra specie dalla notte dei tempi senza trovare una soluzione definitiva. Come può essere infatti che, sottoposto a qualsiasi operazione matematica, l’infinito non cambia e resta infinito? C’è un infinito o ce ne sono molti? E, se ce ne sono molti, può un infinito essere più grande di un altro? E può essercene uno più grande di tutti? Si può fare un numero infinito di cose in un arco di tempo finito? E l’universo è infinito? Ogni genere di strani paradossi e fantasie si accompagna a un universo infinito. Se il nostro universo è infinito, allora un infinito numero di copie identiche di noi stessi, ora e sempre, qui e in infiniti altrove, sta compiendo le nostre stesse azioni. Sarebbe questo un universo dove nulla è originale, dove si vive per sempre, ma dove qualsiasi cosa si vive o si crede di inventare è stata già vissuta e già inventata, e sarà ancora e ancora rivissuta e reinventata. Fisici, astronomi, matematici, ma anche poeti e romanzieri hanno attraversato i secoli affrontando con la ragione o con la fantasia queste e altre domande, tentato risposte e offerto congetture, senza mai scalfire veramente il fascino e l’inesauribile mistero di quella strana grandezza, al limite del concepibile eppure intimamente radicata nella mente umana.John D. Barrow ci conduce in un viaggio avventuroso su questi impervi sentieri alla ricerca delle più fantastiche e geniali teorie concepite da scienziati, matematici, filosofi e teologi per rispondere alle sfide all’intelligenza lanciate dall’infinito.

Luciano Cresci, Il libro delle curve. Il fascino delle figure matematiche tra curiosit, Hoepli, 2005
Ingegnere, per anni dirigente IBM, Luciano Cresci si è dedicato a ricerche e divulgazione scientifica. In questo libro, seguito ideale di “Le curve celebri” (Muzzio), l’autore fa tesoro dei progressi che lo studio delle curve ha compiuto grazie ai computer. La severità matematica del tema è stemperata attraverso il ricorso a curiosità e divagazioni in altre discipline e il volume, corredato da tavole che riproducono classici esempi di curve nella realtà o nell’arte, si colloca tra i testi di “divulgazione ricreativa”.

Maria Rosa Menzio, Spazio, tempo, numeri e stelle, Bollati Boringhieri, 2005
Quattro pièces che smentiscono il luogo comune secondo cui le idee scientifiche non sarebbero sceneggiabili. Maria Rosa Menzio ne scopre addirittura l’intensa presenza scenica, la teatralità, e non solo quando a prendere la parola sono figure storiche rivisitate e messe in situazione. Anche una voce reinventata al punto da obliterare la propria passata individualità può comunicare emozioni intellettuali. Attraverso dialoghi guizzanti che non cedono mai a tentazioni didascaliche, la grande ratio matematica qui mostra senza reticenze di farsi strada tra umanissime piccinerie, di lasciarsi abitare dalla passione amorosa e di essere debitrice al visionario più di quanto non appaia dalla magnifica compostezza dei suoi trattati. Lo testimoniano alcuni scienziati del numero: il novatore settecentesco, antesignano delle geometrie non euclidee, che in Padre Saccheri accoglie ed elabora lo spunto della serva socratica Magalì, tra moderni rovelli e sottomissioni all’Inquisizione; il matematico Leonardo Pisano a cui si sovrappongono i suoi giovani studiosi d’oggi in Fibonacci (la ricerca); il fondatore dell’Osservatorio Astronomico di Pino Torinese che in Boccardi si misura con la teoria della relatività e un antico amore. Accanto ad essi, in Senza fine la neoplatonica Ipazia torna a vivere attraverso la drammaturgia di nuove reincarnazioni.

Mario Livio, L’equazione impossibile – Come un genio della matematica ha scoperto il linguaggio della simmetria, Rizzoli, 2005
Il 29 Maggio 1832, poche ore prima di essere ferito a morte in un duello alla pistola, Évariste Galois, focoso spirito rivoluzionario e grandissimo matematico francese, vergò furiosamente alcune lettere che avrebbero rappresentato il suo testamento umano e scientifico. Non aveva ancora compiuto ventun anni, ma quelle sue carte contenevano la fondazione di una nuova branca dell’algebra, la teoria dei gruppi, la chiave per violare i segreti della simmetria e per porre fine a una ricerca iniziata tremila anni prima dai matematici babilonesi: la caccia alle soluzioni delle equazioni lineari. In particolare Galois dimostrò che non esistono formule per risolvere le equazioni di quinto grado o di grado superiore. Tre anni prima di lui si era spento, vinto dall’indigenza e dalla tubercolosi, il ventiseienne matematico norvegese Niels Hendrik Abel, che era giunto indipendentemente da Galois alla stessa dimostrazione. Dopo averci svelato, nel suo libro precedente, i misteri della sezione aurea, ora Mario Livio ci conduce attraverso la storia dell’algebra negli sconfinati territori della simmetria, e lo fa parlandoci di arte, di psicologia della percezione e delle leggi della fisica contemporanea, ma anche dell’attrazione sessuale e del cubo di Rubik. In un percorso che dall’Egitto dei faraoni e dall’antica Mesopotamia porta fino ai giorni nostri, faremo tappa nel Rinascimento per conoscere le personalità sanguigne e affascinanti di Scipione Dal Ferro, Girolamo Cardano, Niccolò Tartaglia e degli altri algebristi della grande scuola italiana. E grazie alle illuminanti spiegazioni di Livio, penetreremo fin nei meandri più oscuri della teoria dei gruppi, il cuore matematico della simmetria. Infine scopriremo una uova verità, forse definitiva, su un giallo che da quasi due secoli appassiona gli storici della scienza: l’identità dell’uomo che sfidò a duello e uccise Évariste Galois.

Michela Bertolani, Professione matematico – Una vita tra numeri ed equazioni, Sci Books, 2005
Professione matematico, ovvero “tutto quello che avreste voluto sapere sul mestiere del matematico ma che non avete mai osato o anche solo potuto chiedere”. Quali doti occorrono per fare il matematico? Quanto si guadagna con questo lavoro? Quali sono le sedi migliori per studiare un dato argomento? Come si riesce, in Italia, a fare carriera? Chi è favorito nei concorsi? Cosa viene valutato nell’esame dei candidati? Quali sono gli aspetti positivi e negativi della vita di un ricercatore? Come si raggiungono livelli di eccellenza? Quali conseguenze hanno avuto le recenti riforme sull’Università e sugli Enti di ricerca? Quali sono le prospettive di lavoro presenti e future? Le risposte a queste e a moltissime altre domande le troverete tutte nel presente volume, una raccolta di dodici lunghe e approfondite interviste-biografie rilasciate da altrettanti scienziati italiani, alcuni dei quali noti anche al grande pubblico: Giuseppe Da Prato, Corrado De Concini, Michele Emmer, Franco Fagnola, Enrico Giusti, Giorgio Israel, Piergiorgio Odifreddi, Mario Primicerio, Alfio Quarteroni, Giuseppe Tomassini, Carlo Traverso, Edoardo Vesentini.

Michela Fontana, MATTEO RICCI, Un gesuita alla corte dei Ming, Mondadori, 2005
Il gesuita Matteo Ricci arrivò a Macao nel 1582 e, dopo aver soggiornato in varie città, si trasferì a Pechino, dove visse dal 1601 al 1610 alla corte dell’imperatore Wanli della dinastia Ming. Fu Ricci a scoprire che la Cina coincideva con il Catai descritto da Marco Polo e a farne conoscere per primo, attraverso le sue lettere e i suoi scritti, la cultura e le tradizioni. La vita del gesuita è qui raccontata dalla giornalista Michela Fontana che a Pechino ha vissuto a lungo.

Peter Gritzman, Ren, Alla ricerca della via pi, Springer Verlag, 2005
Il libro narra la vicenda di Rut, quindicenne, da poco trasferitasi con la famiglia in Germania al seguito del padre che lavora per un’azienda produttrice di software. Nella nuova scuola Rut sta attraversando un periodo di crisi quando il padre, un giorno, le regala un computer nuovo. E’ l’inizio di un’avventura. Nel computer è infatti installato Vim: un programma che ascolta, capisce e risponde alle domande di Rut , la quale finisce per confidargli le proprie difficoltà a scuola, soprattutto nei confronti della matematica. Raccontata da Vim, quella che sembrava una disciplina astratta e “lontana dal mondo” prende una forma completamente nuova e affascinante, mostrandosi capace di sorprendenti applicazioni. Il lettore è così guidato, con Rut, alla scoperta di quel settore della matematica discreta che affronta l’eterno problema della ricerca della “via maestra”, ossia di quel percorso che, tra i tanti possibili, si distingue perché più breve, più economico, più veloce o comunque – in qualche senso immaginabile – preferibile a tutti gli altri. Il libro è la traduzione dall’originale tedesco di Das Geheimnis des Kürzesten Weges, di René Brandenberg e Peter Gritzmann, matematici della Technische Universität di Monaco (Germania). La versione originale è già alla sua terza edizione in Germania; Stefano Ruggerini ha curato quella italiana.

Peter Pesic, La prova di Abel, Saggio sulle fonti e sul significato della insolubilità matematica, Bollati Boringhieri, 2005
L’autore conduce il lettore a un ragionamento sulla matematica, non solo attraverso le regole che determinano il meccanismo matematico, ma cogliendo il significato più profondo, il “modo di pensare” matematico, laddove si innesta sul pensare comune. In questo senso il libro è rivolto a coloro che insegnano e studiano la matematica, che troveranno qui l’occasione per conoscere meglio la natura della disciplina.

Piergiorgio Odifreddi, Le tre invidie del matematico. Letteratura, pittura, musica, Laterza, 2005
Si pensa spesso che le culture scientifica e umanistica siano contrapposte nei metodi e nelle finalità. In realtà scienza e arte, cioè le due punte di diamante delle due culture, sono visioni complementari e non contraddittorie del mondo, sia esterno sia interno. Entrambe hanno sviluppato tecniche adatte a descrivere, da punti di osservazione diversi, le realtà del mondo fisico e psicologico. Ed entrambe hanno fornito immagini di queste realtà che costituiscono vette del pensiero. Noto divulgatore scientifico, autore di saggi di grande successo, tra cui Il Vangelo secondo la scienza, Il diavolo in cattedra, Le menzogne di Ulisse, Piergiorgio Odifreddi ha sempre illustrato nei suoi saggi il volto piacevole e meno conosciuto della matematica, mettendo in evidenza il rapporto tra scienza e materie umanistiche. Il tema principale di questo saggio è proprio il legame tra matematica e alcune delle espressioni più esclusive dell’arte: letteratura, pittura e musica. Le tre invidie del matematico per penna, pennello e bacchetta hanno ispirato un ciclo di conferenze, tenute dall’autore nell’Aula Magna dell’Università di Bologna nel marzo 2004 e ora raccolte in questo volume. Matematico e affabulatore, Odifreddi riesce a spiegare anche i concetti più difficili con un linguaggio chiaro e puntuale che appassiona, senza rinunciare al rigore scientifico. Chi pensa che la poesia, le sonate musicali e i dipinti non abbiano nulla a che fare con la scienza dei numeri dovrà ricredersi. Con l’ausilio di formule, diagrammi e altri schemi, l’autore rivela i segreti del sonetto e della sestina poetica, svela ciò che sta al di là dell’immagine rappresentata sulle tele di Pollock o di Dalì, spiega gli effetti ingannatori dell’arte ottica, da cui scaturiscono illusioni visive spesso vertiginose. Si diletta inoltre nell’analisi matematica dei canoni e dei ritmi musicali, spaziando dalle celebri fughe di Bach al Don Giovanni di Mozart, dal Barbiere di Siviglia di Rossini alla dodecafonia di Anton Webern. Rivolto agli appassionati, ricco di analisi e dimostrazioni, il saggio affronta ogni argomento in profondità e nei minimi particolari, e accompagna i lettori alla riscoperta dei concetti matematici che permeano la nostra vita. Penna, pennello e bacchetta ci conduce in un viaggio intrigante, che vede procedere a braccetto Pitagora e Van Gogh, scienziati e umanisti, dimostrando quanto aspetti apparentemente distanti della conoscenza siano in realtà strettamente legati tra loro.

Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impertinente, Longanesi, 2005
Il libro di Piergiorgio Odifreddi si apre con un elogio dell’impertinenza, ovvero la “non appartenenza a una visione del mondo ispirata dalla certezza” e la “doverosa arroganza nei confronti di coloro che vorrebbero imporre all’universo mondo moderno il loro provincialissimo capitalismo e il loro antiquato cristianesimo”. L’impertinenza, dunque, ha un ruolo in politica, in religione, ma anche in filosofia. Il modello ispiratore del “matematico impertinente” è la metodologia di Bertrand Russell e di Noam Chomsky, quella che utilizza la ragione matematica, dalle forme pure della logica a quelle applicate della scienza, e che fonda così i discorsi su dimostrazioni e sperimentazioni provate. Il volume quindi esalta la logica come forma di igiene mentale. Si sviluppa in una serie di saggi che toccano la storia e la politica, la religione, la lingua e la letteratura, la logica stessa, la matematica e le scienze. I capitoli si aprono con curiose interviste immaginarie a personaggi del passato (Hitler, Gesù, Dante, Aristotele, Archimede, Newton) e si chiudono, invece, con interviste reali a quelli del presente (Noam Chomsky, il Dalai Lama, José Saramago, Saul Kripke, John Nash e James Watson). Nel mezzo, il “matematico impertinente” Odifreddi dispiega le armi della ragione per argomentare che non è affatto vero che “non possiamo non dirci cristiani” (come sostenne il filosofo Benedetto Croce), o che siamo tutti americani, volendo dire statunitensi. In realtà, sostiene Odifreddi, “siamo tutti scimmie africane, con buona pace degli umanoidi”: perché circa sette milioni di anni fa c’era in Africa una sola specie comune, che poi si divise e diede origine ai protogorilla in Occidente, ai protoscimpanzé nel Centro, e ai protoumani a Oriente. Siamo scimpanzé al 98 per cento, nel senso che il DNA umano coincide al 98 per cento con quello delle scimmie, e solo gli antievoluzionisti si stupiranno della cosa. Il rifiuto dell’evoluzionismo, l’esaltazione della razza e della famiglia sono, secondo Odifreddi, i comandamenti della fede antiscientista che l’autore combatte. Egli si scaglia anche contro la cultura mitologica e pseudofilosofica sulla quale vive l’informazione dei mass media. Mentre ritiene che oggi “non possiamo non dirci tecnologici” e che la cultura che informa la vita è soprattutto quella matematica e scientifica. In conclusione l’autore si augura che sempre più i giovani italiani si mettano a studiare matematica e scienze per far sì che cessi il paradosso di una società tecnologica governata (male) da umanisti che nulla capiscono di tecnologia, scienza e matematica e che pure di questa loro ignoranza fanno un vanto. Malgrado utilizzino, come tutti, il computer e le nuove tecnologie digitali.

Piergiorgio Odifreddi, Idee per diventare matematico, Zanichelli, 2005

Primo Prandi, Anna Salvadori, Modelli matematici elementari, Bruno Mondadori, 2005
Nella prima metà del Seicento Galileo Galilei individuava nella matematica lo strumento essenziale per descrivere e comprendere il mondo circostante. Sulla strada tracciata dal grande scienziato, scienza e tecnologia hanno successivamente sviluppato, anche grazie al supporto informatico, tutta una serie di “modelli” matematici utili a spiegare i fenomeni del mondo reale, attraverso un processo di razionalizzazione e astrazione che consente di simulare il fenomeno per mezzo del linguaggio simbolico universale per eccellenza. Fermamente convinti dell’importanza di una cultura matematica diffusa e vicina al mondo reale, gli autori, responsabili del “Progetto Innovamatica” dell’Università di Perugia, partono da situazioni e problemi reali per introdurre i primi passi della modellizzazione matematica. Un volume pensato per un pubblico di non esperti che contribuisce a rendere più familiare una scienza troppo a lungo considerata fredda e distante.

Renato Betti, Lobacevskij. L’invenzione delle geometrie non euclidee, Bruno Mondadori, 2005
Nella prima metà dell’Ottocento viene superato il “problema delle parallele” (teorizzato nel III secolo a.C. da Euclide) e prendono forma le prime “geometrie non euclidee”. Si assiste a una definitiva rottura e a un profondo rinnovamento, pratico e concettuale, per tutta la cultura scientifica. Uno dei protagonisti di questa vicenda è il matematico russo Nikolaj Ivanovic Lobacevskij, rettore dell’Università di Kazan’, la cui opera, prima del riconoscimento postumo, venne ignorata e spesso derisa e vilipesa. In questa interessante biografia vengono messi in luce i tentativi e i dubbi circa l’originale soluzione che emerse dalle sue ricerche, oltre alla personalità di Lobacevskij, che spesso dovette affrontare situazioni e sentimenti contrastanti e muoversi in un ambiente ostile e in un clima politico e culturale teso. Il libro spiega i risultati tecnici e concettuali dei suoi lavori, i quali permettono, in seguito a un’ulteriore elaborazione da parte della comunità scientifica, di rivoluzionare l’idea di spazio matematico, in cui è possibile, già all’inizio del Novecento, scorgere un’utile rappresentazione per le più moderne teorie fisiche.

Rob Eastaway, Jeremy Wyndham, Coppie, numeri e frattali. Altra matematica nascosta nella vita quotidiana, Dedalo, 2005
Dopo “Probabilità, numeri e code” un nuovo libro che ci aiuta a svelare il ruolo della matematica e della logica negli eventi apparentemente inspiegabili del mondo che ci circonda. Per esempio, sapete come funziona un tassametro? Perché gli ascensori sono sempre così lenti? Qual è la strategia migliore per chi vuol giocare a “Chi vuol essere milionario”? Se incontrerete mai l’anima gemella?

Silvio Maracchia, Storia dell’algebra, Liguori, 2005
Da Jsma Ja (2500 a. C. circa), primo matematico di cui si conosce il nome e da cui ha inizio questo libro, ad Evariste Galois (1811-1832), ultimo matematico considerato nel presente lavoro, viene preso in esame lo sviluppo dell’algebra. Mediante la lettura diretta delle fonti pervenute, anonime o no, viene percorsa la strada principale di questo sviluppo che in oltre quattromila anni attraversa quasi tutti i popoli della terra e coinvolge molti matematici antichi e moderni: dall’algebra delle equazioni sino alla nascita dell’algebra astratta che è oggi uno dei più grandi strumenti di indagine e di sistemazione rigorosa di tutta la matematica. Una particolare attenzione è stata data ai contatti tra geometria e algebra.

Tamàs Varga, Fondamenti di logica per insegnanti, Bollati Boringhieri, 2005
Ormai da molti anni si riconosce, all’estero, una funzione primaria all’insegnamento della logica matematica come discorso di base per l’apprendimento delle scienze. Anche in Italia tale insegnamento ha avuto un notevole sviluppo a livello universitario e ha portato alla consapevolezza della necessità di far conoscere la logica nelle scuole medie ed elementari, per il suo carattere formativo che fa leva sui nessi logici ampiamente posseduti anche dai bambini. Si fa quindi sempre più pressante l’esigenza di fornire agli insegnanti strumenti di carattere teorico e applicativo che permettano loro di impadronirsi dei fondamenti di questa materia. A tale scopo risponde il presente volume, brillante e conciso, indirizzato in primo luogo agli insegnanti elementari e di scuola media, ma che può essere letto con profitto da chiunque voglia apprendere almeno le basi della logica.

Wendy Isdell, Una gebra di nome Al, Ghisetti & Corvi, 2005