Premio Peano 2009

Anche quest’anno per incoraggiare giovani autori, magari “giovani del mestiere” e piccole case editrici, verrà premiato con una segnalazione speciale un autore che, pur non essendo un divulgatore noto e di fama internazionale, abbia scritto un libro di lettura di matematica in grado di suscitare interesse e curiosità in un pubblico più vasto e che meriti di venire segnalato con questo premio. La segnalazione può eventualmente essere attribuita anche a una piccola casa editrice che pubblichi un’opera interessante di un giovane autore. Il vincitore sarà scelto direttamente dalla giuria ristretta, anche se le segnalazioni da parte di tutti saranno benvenute.

Il “Premio Peano” 2009 viene bandito per libri pubblicati nel corso dell’anno 2009.
L’organizzazione del Premio è a cura del Direttivo Mathesis.

Il vincitore

La decima edizione del Premio Peano ha visto vincitore David Ruelle, con il libro La mente matematica , Ed. Dedalo, 2009 (Italian version of: The Mathematician Brain, Princeton Univ. Press, 2007).

La giuria ristretta, composta da Ferdinando Arzarello, Enrico Bellone, Alberto Conte, Angelo Guerraggio, Franco Pastrone e Federico Peiretti ha confermato il voto espresso dai soci, che ha visto questo libro prevalere di misura sul bel libro di M. Emmer Bolle di sapone, Bollati Boringhieri ed.

L’interesse che la matematica presenta tuttora per molte persone di cultura, non necessariamente specialistica, dimostrato dal successo di libri, ?lm e opere teatrali dedicate a personaggi vissuti in epoche molto diverse (da Saccheri a Fibonacci a Godel a Touring a Nash, per citarne solo alcuni), ci conforta a continuare sulla strada intrapresa con il nostro premio, che nato come piccolo evento, sta crescendo anno per anno.

I vincitori delle otto edizioni precedenti, tutti venuti a Torino per ricevere il premio, sono nomi di grande prestigio sia nel campo della scrittura matematico-letteraria, come A. Doxiadis, che della matematica militante, come A. Connes, medaglia Fields e premio Wolf, e G. Lolli, logico matematico e autore di numerosi libri non solo di logica, che della divulgazione matematica e scienti?ca, come K. Devlin, M. Livio astro?sico di fama mondiale e divulgatore di successo, M. du Sautoy, esperto di teoria dei numeri e divulgatore, indicato dall’Independent on Sunday come uno degli scienziati britannici di punta, P. Pesic, ?sico, storico della scienza e pianista,”Tutor and Musician-in-Residence” al St. John’s College, Santa Fe, I. Stewart, professore di Matematica alla Università di Warwick e direttore un centro di cultura matematica, D. O’Shea noto per le sue ricerche in geometria algebrica e fortemente impegnato per il miglioramento della didattica, A. Millan Gasca e G. Israel, storici della matematica ben noti.

La premiazione avrà luogo, in collaborazione con Extramuseum, nell’ambito di Giovedì Scienza, al Teatro Colosseo, il giovedì 18 novembre 2010, alle 17.45. In tale occasione David Ruelle riceverà il premio, una targa e terrà una conferenza sul tema: “Examples of mathematics at work: the confrontation of determinism and randomness, the confrontation of the human brain and the computer”.

David Pierre Ruelle è un matematico e fisico di origine belga, naturalizzato francese. E’ professore emerito di fisica matematica presso l’Institut des Hautes Etudes Scientifiques a Bures-sur-Yvette (Francia) e distinguished visiting professor presso la Rutgers University (New Jersey, USA).
I suoi contributi principali hanno riguardato la meccanica statistica (è stato pioniere nel proporre un approccio rigoroso alla fisica statistica), e la teoria dei sistemi dinamici. Con Floris Takens ha proposto il termine attrattore strano, ed ha rifondato la teoria della turbolenza. Nel 1986 ha vinto la Medaglia Boltzmann, il più alto riconoscimento per contributi scientifici alla meccanica statistica. Nel 2004, ha ricevuto la medaglia Matteucci e nel 2006 il premio Henri Poincaré.

Intervista dal sito: http://www.powells.com/tqa
How does the human brain of the mathematician come to grips with the totally non-human thing that is mathematical reality?
The Mathematician’s Brain approaches this question from both sides. It studies the natural history of human mathematics, its different facets, and also wonders what non-human mathematics could be like. The author believes that computers will in some future do good mathematics, and has mixed feelings about this development
What inspires you to sit down and write?
Writing a book for a general audience is speaking to many people. It requires a great respect of the reader. It is a very serious thing.
Describe your favorite childhood teacher and how that teacher influenced you.
My elementary school teacher during one year was my own father. This was in Belgium during the war, under German occupation. One of his duties was to teach religion (although he was an atheist) and he did this very well telling us stories from the Old Testament. That exposition to the traditions of our civilization had a lasting impact on me.
Chess or video games?
Neither chess nor video.
What do you do for relaxation?
I like hiking and reading. I have hiked in remote parts of Mexico (and other places). I read about things to which I take a fancy: botany, ancient literature (Latin, Egyptian, etc.).
Douglas Adams or Scott Adams?
I enjoyed very much The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy.
What was your favorite book as a kid?
I enjoyed Jules Verne (in French), particularly The Journey to the Center of the Earth, with its mysterious text in runes.
What new technology do you think may actually have the potential for making people’s lives better?
I think that computer technology will be most important. Whether it will improve people’s lives is another question.
If you could be reincarnated for one day to live the life of any scientist or writer, who would you choose and why?
I would not want to reproduce anyone’s life, but living in a period which combined science and humanism would be a great gift: ancient Greece, or the Italian quattrocento for instance.
What was your best subject in high school? Your worst?
I was rather good in everything, but without excess (I had enough intellectual interests outside of school).
What are some of the things you’d like your computer to do that it cannot now do?
I would not want my computer to be more intelligent than I am. But if it could write things under dictation, that might be nice.
Describe the best museum of science and/or industry you’ve ever visited and what made it great.
I like the British Museum: it is a great place where you can get lost.
By the end of your life, where do you think humankind will be in terms of new science and technological advancement?
Closer to the end (a certain lack of optimism there…).
Which country do you believe currently leads the world in science and technology? In ten years?
The US leads now, and may still lead in ten years, buying talent wherever it is found.

Il libro premiato
In questo libro stimolante e divertente, David Ruelle esplora i processi intellettivi che avvengono nella mente degli scienziati, trasportando il lettore nel vivo della pratica matematica. Come funziona, allora, il cervello di un matematico? Per rispondere a questa domanda Ruelle ricorre all’introspezione e a una serie di vivaci racconti sui principali protagonisti della matematica del Novecento: da Alan Turing e Kurt Gödel a Alexander Grothendieck, René Thom, Bernhard Riemann e Felix Klein. In una girandola di excursus storici e di aneddoti personali, prende forma una rassegna delle idee matematiche più importanti, dall’antichità a oggi, delle menti che le hanno concepite e delle loro implicazioni filosofiche. Tutto ciò per dimostrare come la matematica sia il contesto più opportuno per affrontare questioni universali quali il significato, la bellezza e la natura stessa della realtà.

Dal sito della Princeton University Press:
The Mathematician’s Brain poses a provocative question about the world’s most brilliant yet eccentric mathematical minds: were they brilliant because of their eccentricities or in spite of them? In this thought-provoking and entertaining book, David Ruelle, the well-known mathematical physicist who helped create chaos theory, gives us a rare insider’s account of the celebrated mathematicians he has known-their quirks, oddities, personal tragedies, bad behavior, descents into madness, tragic ends, and the sublime, inexpressible beauty of their most breathtaking mathematical discoveries.

Consider the case of British mathematician Alan Turing. Credited with cracking the German Enigma code during World War II and conceiving of the modern computer, he was convicted of “gross indecency” for a homosexual affair and died in 1954 after eating a cyanide-laced apple–his death was ruled a suicide, though rumors of assassination still linger. Ruelle holds nothing back in his revealing and deeply personal reflections on Turing and other fellow mathematicians, including Alexander Grothendieck, René Thom, Bernhard Riemann, and Felix Klein. But this book is more than a mathematical tell-all. Each chapter examines an important mathematical idea and the visionary minds behind it. Ruelle meaningfully explores the philosophical issues raised by each, offering insights into the truly unique and creative ways mathematicians think and showing how the mathematical setting is most favorable for asking philosophical questions about meaning, beauty, and the nature of reality.
The Mathematician’s Brain takes you inside the world–and heads–of mathematicians. It’s a journey you won’t soon forget.

La segnalazione della giuria
Nel non lungo elenco dei libri che rispondevano ai requisiti del regolamento la giuria unanime ha scelto: Chiamalo x! Cosa fanno i matematici? di Emiliano Cristiani, Springer, 2009.
E. Cristiani, laureato all’Università di Roma, ha conseguito il dottorato sempre a Roma in Matematica applicata, è stato post doc presso l’ENSTA a Parigi e attualmente è ricercatore presso il CEMSAC e lo IAC del CNR. Svolge ricerca nel campo delle equazioni differenziali iperboliche, con l’uso di tecniche numeriche. Ha anche interessi nelle fotografia.
Dall’introduzione del libro, dove l’autore spiega con chiarezza lo scopo e i contenuti del libro.
Abbiamo cercato di spiegare ogni concetto in modo semplice, senza per questo rinunciare al rigore scientifico imposto dall’argomento trattato. Questa è la frase con cui inizia la maggior parte dei libri scientifici, siano essi libri divulgativi o testi universitari. Ovviamente al loro interno non c’è niente di semplice, e a volte quello che c’è non è neanche spiegato nel modo più semplice possibile.
Chiamalo x è forse il primo libro di divulgazione scientifica in cui questa premessa viene meno, rinunciando a ogni pretesa di rigore scientifico. È questo, a mio avviso, il prezzo da pagare per far entrare l’uomo comune nell’incantato mondo dell’Alta Matematica.
[…]
La difficoltà di comunicazione nasce dal fatto che “spiegare matematica” equivale a “fare matematica”, cioè non si può spiegare la matematica senza usare i concetti che costituiscono la matematica stessa.
[…]
Altro aspetto interessante è l’esistenza di un’attività di ricerca in matematica. Tutti sanno cosa vuol dire studiare matematica, ma quasi nessuno contempla la possibilità che ci siano cose nuove da scoprire. La figura del ricercatore in matematica non è solo incompresa ai più, ma è in generale considerata impossibile.
[…]
Due grandi miti [da sfatare, ndr].
Il primo è certamente il più radicato tra tutti quelli riguardanti la matematica: la matematica è la scienza che studia i numeri. La matematica NON è la scienza che studia i numeri. Il 99% dei matematici moderni non passa il suo tempo a cercare le proprietà dei numeri o elencare tutti i numeri primi o cercare tutte le cifre di ?. Se prendete un foglio a caso scritto da un matematico, solo nel 60% dei casi troverete un numero, e nel 99% di questi il numero sarà 0 o 1.
[…]
Il secondo mito è che: le formule complicano la vita.
Le formule NON complicano la vita. Il simbolismo matematico rende compatta la scrittura, una formula lunga una riga potrebbe riempire anche una pagina intera se tradotta a parole e ciò renderebbe impossibile seguire il filo logico del discorso. Inoltre, i simboli matematici non hanno sfumature di significato e non lascia- no mai spazio all’interpretazione.
[…]
In questo libro tentiamo l’impossibile. Raccontare cosa fa un matematico moderno senza fare matematica. Spiegare cos’è l’analisi funzionale o la geometria differenziale senza fare analisi funzionale o geometria differenziale. Come dicevo, il prezzo da pagare è la rinuncia al rigore scientifico. La parola “rigore”, in matematica, ha un significato ben preciso: significa, tra le altre cose, che non si può introdurre un nuovo concetto se non sono già stati precedentemente spiegati tutti i concetti propedeutici a quello da introdurre. Di conseguenza, un libro che parli di alta matematica e che sia allo stesso tempo rigoroso non potrà essere altro che un libro che fa matematica. Noi invece salteremo tutti i concetti base per arrivare direttamente in alto. Gli argomenti saranno trattati superficialmente e – ne siamo certi – i puristi storceranno il naso.
Ma tutti gli altri sapranno cosa fanno i matematici.

Partecipanti
sono considerati partecipanti tutti coloro che esprimono, con le modalità di seguito specificate, le proprie preferenze per libri dell’elenco allegato.

Concorrenti
sono considerati concorrenti gli autori dei libri di argomento matematico, accessibili ad un pubblico non specializzato, pubblicati in Italia nell’anno 2009.

Giuria
è costituita una Giuria composta da: Ferdinando Arzarello, Enrico Bellone, Alberto Conte, Angelo Guerraggio, Franco Pastrone e Fedrico Peiretti.

Modalità di votazione
I lettori devono esprimere le proprie preferenze compilando una scheda del tipo di quella allegata. à consentito un massimo di due voti di preferenza.

Modalità di assegnazione dei premi
La selezione dei testi avviene in due tempi: è prevista una prima scelta da parte dei lettori ( come sopra specificato).
I partecipanti alla prima votazione dovranno far pervenire la propria scheda, debitamente compilata, entro il 10 aprile 2010.
La Giuria di esperti sceglierà tra i primi sei libri votati il libro da premiare.
In chiusura dell’anno Mathesis in corso o in apertura del successivo all’autore del libro vincitore verrà assegnato il “Premio Peano”.
A fine aprile verrà data comunicazione dei sei libri scelti dai lettori e successivamente saranno indicati i componenti della Giuria, la sede, la data e le modalità della premiazione.

La segnalazione della giuria
Dal 2007 il Premio Peano presenta una novità: per incoraggiare giovani autori, magari “giovani del mestiere” e piccole case editrici, verrà premiato con una segnalazione speciale un autore che, pur non essendo un divulgatore noto e di fama internazionale, abbia scritto un libro di lettura di matematica in grado di suscitare interesse e curiosità in un pubblico più vasto e che meriti di venire segnalato con questo premio. La segnalazione puù eventualmente essere attribuita anche a una piccola casa editrice che pubblichi un’opera interessante di un giovane autore. Il vincitore sarà scelto direttamente dalla giuria ristretta, anche se le segnalazioni da parte di tutti saranno benvenute.

Scheda per la votazione
Deve essere consegnata direttamente prima o dopo le conferenze del giovedì oppure compilata e inviata per posta elettronica o fotocopiata e spedita come fax o come lettera entro il 10 aprile 2010 al seguente indirizzo:

Prof. Franco Pastrone
Presidente Associazione Subalpina Mathesis
c/o Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino
Via Carlo Alberto, 10 – cap. 10123 – Torino
Fax: 39-11-6702878
E-mail: a.s.mathesis@unito.it, franco.pastrone@unito.it

lan Agresti, Barbara Finlay, Statistica per le scienze sociali, Pearson Education Italia, 2009
Questo volume, nell’edizione originale, ha avuto un’amplissima diffusione negli Stati Uniti, come strumento di divulgazione delle conoscenze statistiche nelle scienze sociali. Alla base del suo successo vi è la spiccata connotazione “pratica”. Il testo focalizza l’attenzione sul metodo statistico in uno stile che ne enfatizza i concetti e la sua applicazione alle scienze sociali, piuttosto che entrare in dettaglio nelle dimostrazioni teoriche e negli aspetti matematici. La spiegazione dei metodi è sempre supportata da esempi legati alla realtà attuale e ai contesti applicativi propri delle discipline sociali, e vi sono numerosi esempi di output di analisi svolte con l’impiego di software statistici come SPSS o SAS. La parte di esercizi è molto ampia, ben strutturata (sono divisi in Concetti di base e Applicazioni) e sono segnalati separatamente con un asterisco gli esercizi più complessi o che prevedono l’introduzione di materiale opzionale. Il testo è particolarmente adatto per quei corsi di Statistica del primo anno presso Sociologia, Scienze Politiche, Psicologia, Scienze della formazione, e in tutti i corsi nei quali la statistica è funzionale ad altre discipline che utilizzano dati campionari.

Albrecht Beutelspacher, Marcus Wagner, Piega e spiega la matematica. Laboratorio di giochi matematici, Ponte alle Grazie, 2009
Albrecht Beutelspacher, insieme a Marcus Wagner, organizza un laboratorio matematico in piena regola, un percorso che ha inizio con la geometria piana e approda alla tridimensionalità, lasciando ampio spazio a giochi e trucchi matematici, e soffermandosi sul mistero di alcuni tra i più significativi codici cifrati della storia. Grazie a materiale facilmente reperibile, come carta, forbici e colla, si potranno realizzare poligoni, ellissi e parabole, o cimentarsi in esperimenti decisamente più articolati, come la costruzione di un nastro di Möbius, di un pallone e di un libro a specchio, oppure tentare imprese al limite dell’assurdo, come attraversare una cartolina. Quelli che all’apparenza sembrano giochi, ben presto rivelano il loro valore aggiunto: infatti, è proprio grazie a questo approccio ludico che i due autori riescono a rendere semplici i concetti matematici più complessi, offrendo così al lettore la possibilità di accedere con il minimo sforzo a una materia per molti versi ostica. Un libro per appassionati di tutte le età, per quanti hanno voglia di imparare divertendosi.

Antonio Ambrosetti, Il fascino della matematica. Un viaggio attraverso i teoremi, Bollati Boringhieri, 2009
Se la matematica è così bella, come mai solo pochi ne subiscono il fascino? Proviamo vergogna a confessare di non conoscere Dante o Picasso, ma non è raro sentire qualcuno ammettere, magari con una punta di orgoglio, un’assoluta ignoranza in matematica. Eppure, l’eleganza di un teorema è paragonabile all’armonia di un quadro o alla perfezione di una melodia, e per apprezzarla bastano alcune nozioni elementari. Questo libro si rivolge a un pubblico di non addetti ai lavori, nell’intento di far assaporare al lettore curioso e bendisposto il fascino di alcune teorie matematiche. Ambrosetti espone, con linguaggio chiaro e puntuale, una selezione di modelli teorici, dalla dinamica delle popolazioni alla meccanica celeste: un percorso che da un lato da conto di quella sinergia tra matematica e scienze applicate i cui grandiosi risultati non cessano di stupirci, dall’altro ci rende partecipi dell’entusiasmo del matematico di fronte al fascino della scoperta.

Antonio Ambrosetti, La matematica e l’esistenza di Dio, Lindau, 2009
Come può un matematico credere in Dio? Un luogo comune nato con l’illuminismo vuole che gli scienziati siano atei o agnostici. La ricerca della verità perseguita attraverso la scienza sarebbe infatti incompatibile con qualunque convinzione di tipo religioso. Per Antonio Ambrosetti, scienziato di grande e riconosciuto valore e cristiano dichiarato, la matematica e la religione appartengono a due sfere distinte dell’esperienza umana, che possono coesistere in modo proficuo e reciprocamente stimolante, come è dimostrato da illustri matematici credenti come i cattolici Giovanni Prodi ed Ennio De Giorgi, o gli ebrei Paul Rabinowitz e Haim Brezis. In particolare l’autore discute la pretesa onnipotenza della matematica, in base alla quale molti ritengono di poter dimostrare matematicamente tutto. La matematica ha molti limiti e, comunque, non può essere usata né per dimostrare né tanto meno per negare l’esistenza di Dio. Anche se forse può aiutarci ad avvicinare il suo mistero e a coglierne la grandezza.

Arthur I. Miller, L’ equazione dell’anima. L’ossessione per un numero nella vita di due geni, Rizzoli, 2009
Ad appena trent’anni Wolfgang Pauli era uno dei teorici più originali e brillanti della nascente fisica quantlstica, che stava polverizzando le certezze della meccanica classica in nuvole di probabilità. Eppure ogni notte si ritrovava a vagare nei quartieri a luci rosse, fra prostitute e ubriaconi, in preda alla depressione e all’alcol. Fu proprio la sua doppia vita che lo indusse a rivolgersi a un luminare di un’altra scienza nuova e rivoluzionaria, la psicologia: Carl Jung, discepolo ribelle di Freud e instancabile indagatore di un inconscio collettivo popolato di archetipi. Dall’analisi dei sogni di Pauli emerse un profluvio di simboli e figure arcane che fu di ispirazione per terapeuta e paziente. L’incontro tra questi due versatili geni si trasformò così in una straordinaria collaborazione che aspirò a elaborare un linguaggio comune per la fisica e la psicologia, a trovare un ponte tra materia e spirito, ragione e misticismo. A simboleggiare questa ricerca d’unità fu un numero “magico”, il 137, una costante fisica universale che definisce le caratteristiche del mondo, ma anche la somma dei valori numerici dei caratteri ebraici in “Cabala”. Arthur I. Miller intreccia le biografie parallele di due geni del Novecento e indaga il loro fecondo rapporto, sullo sfondo di una Mitteleuropa in fermento, pronta alla sua ultima fioritura intellettuale prima che l’ombra del nazismo ne spegnesse definitivamente i fulgori.

Arturo Sangalli, La vendetta di Pitagora. Un mistero matematico, Ponte alle Grazie, 2009
Tutto è numero, sosteneva nel VI secolo a.C. Pitagora. Tutto è caos, annuncia oggi Norton Thorp. In mezzo, duemilacinquecento anni di storia della scienza, di scoperte matematiche e fisiche, di affinamento del pensiero. Cosa succederebbe se Pitagora, da molti considerato il padre di questa evoluzione, sapiente tanto prodigo di insegnamenti quanto avaro di scritti, avesse lasciato un testamento intellettuale, per giunta autografo? Il sospetto adombra una scoperta talmente sensazionale da scatenare una caccia al tesoro che vede impegnati Elmer Galway – uno studioso di storia antica pronto a consacrare una florida carriera accademica mettendo la firma all’evento archeologico del secolo – e Jule Davidson, un professore di matematica giovane e intelligente che, a corto di entusiasmo e di motivazioni, accetta al volo di mettersi al soldo del Faro, una setta neopitagorica pronta a tutto pur di dimostrare l’incredibile verità che si celerebbe sotto quella scoperta: il genio più celebrato di sempre si è reincarnato nel XX secolo, per salvare l’umanità da se stessa riportandole l’armonia e la conoscenza da tempo perdute.

Bruno D’Amore, Giocare con la matematica, Archetipolibri, 2009
Il libro che avete in mano propone 100 problemi di logica e di matematica (con qualche incursione in campo linguistico), tutti piuttosto capziosi, nonostante l’estrema semplicità dei calcoli richiesti. L’opera si rivolge a tutti coloro che desiderano tenere in allenamento la propria mente in maniera piacevole, ma è particolarmente raccomandata agli insegnanti consapevoli che la didattica della Matematica deve porsi l’obiettivo primario di insegnare a costruire dei modelli astratti della realtà e non di esercitare un’abilità di calcolo fine a sé stessa.

Bruno D’Amore, Matematica, stupore e poesia, Giunti, 2009
Questo libro vuole dimostrare che la matematica, lungi dall’essere disciplina fredda e austera, è invece umanesimo tra gli umanesimi, vera fonte culturale di riflessioni profonde, proprio come la poesia, le arti, e le lettere. Il volume è strutturato in nove capitoli e tratta con un registro le varie problematiche che sono connesse tra matematica e arte: che cos’è veramente la matematica? Qual’è il suo linguaggio? Esiste un legame tra matematica e poesia? Con contributi di Piergiorgio Odifreddi, Michele Emmer e Gabriele Lolli, questo libro racconta di una disciplina che troppo spesso è percepita fine a se stessa.

Cindy Lu, La matematica dell’amore. Come trovare l’uomo giusto senza dare i numeri, Piemme, 2009
Sei single ma non per scelta? Sei depressa perché non vedi all’orizzonte il principe azzurro? La verità è che sbagli approccio: è inutile aspettare di essere stesa da un colpo di fulmine, le statistiche parlano chiaro. Trovare l’uomo della tua vita è una questione di metodo, rigoroso come un’equazione matematica. Per arrivare al risultato desiderato (= tu + quello giusto) sei autorizzata a cambiare come ti pare l’ordine degli addendi, ossia uscire con più uomini contemporaneamente (minimo quattro). Ma sempre rispettando certe regole e seguendo le tappe: il quarto-d’uomo (chiunque sia interessato a te) potrà diventare mezzo-uomo solo se supera il secondo appuntamento (che non si nega mai a nessuno), ma non sarà mai un uomo-intero senza un vero coinvolgimento. E con il sesso acquisterà il valore di due-e-un-quarto, ma non è detto che sarà lui il vincitore finale, ossia l’uomo tre-e-mezzo (perché non vale quattro? be’, la perfezione non esiste, ormai dovresti averlo capito!).

David Acheson, 1089 e altri numeri magici. Un viaggio sorprendente nella matematica, Zanichelli, 2009
Tutto quello che bisogna sapere sul mondo dei numeri: un libro inusuale, in cui le formule e i concetti che a scuola appaiono ostici o misteriosi acquistano vivacità e chiarezza. Si parte da zero (anzi, da 1089) per arrivare fino all’equazione più bella e stupefacente di tutte. E, strada facendo, si trova una spiegazione del «trucco indiano della corda», con l’unico caso al mondo di teorema presentato da un pinguino che suona la chitarra elettrica. Si scopre come i numeri entrano in gioco nella scienza, dal suono delle corde vibranti alle orbite dei pianeti, e pure nella vita quotidiana, dalla forma delle lattine di bibita alle previsioni del tempo. Un racconto spigliato che con tante illustrazioni spiritose trasmette il piacere della matematica, palestra di razionalità per capire meglio il mondo.

David Ruelle, La mente matematica, Edizioni Dedalo, 2009
In questo libro stimolante e divertente, David Ruelle esplora i processi intellettivi che avvengono nella mente degli scienziati, trasportando il lettore nel vivo della pratica matematica. Come funziona il cervello di un matematico? Per rispondere a questa domanda Ruelle ricorre all’introspezione e a una serie di vivaci racconti sui principali protagonisti della matematica del Novecento: da Alan Turing e Kurt Godel ad Alexander Grothendieck, Rene Thom, Bernhard Riemann e Felix Klein. In una girandola di excursus storici e di aneddoti personali, prende forma una rassegna delle idee matematiche più importanti dall’antichità a oggi, delle menti che le hanno concepite e delle loro implicazioni filosofiche. La matematica appare quindi come il contesto più opportuno per affrontare questioni universali quali il significato, la bellezza e la natura stessa della realtà.

Denis Guedj, La matematica spiegata alle mie figlie, Longanesi & C, 2009
I numeri, la geometria, l’algebra, le forme e i simboli, i problemi e il ragionamento: dal piccolo al grande, dal semplice al complesso, Guedj spiega la matematica alle proprie figlie, Lola e Ray, e a tutti i lettori. O meglio, cerca di spiegare loro il senso della matematica. La domanda che apre il libro, infatti, ha a che fare con l’utilità di questa disciplina. Confrontata con altre materie di studio, sostiene infatti in apertura Lola, la matematica non sembra essere un linguaggio adatto a comunicare: possiede qualcosa di segreto e, a differenza delle parole (che pure sono simboli), non ha nulla di “naturale”. Il padre-autore comincia così un intenso viaggio nel mondo dei numeri e della logica, alternando un pizzico di filosofia alla spiegazione del valore della matematica, fino a svelarne, nell’ultimo capitolo, la bellezza. La narrazione si sviluppa come un dialogo ininterrotto tra padre e figlie: queste domandano e lui risponde, queste protestano e lui, pazientemente, spiega; tutti e tre (e il lettore con loro) si divertono un sacco. E di domanda in domanda, di spiegazione in spiegazione, il mondo dei numeri diventa via via un po’ più vicino…

Emiliano Cristiani, Chiamalo X! ovvero Cosa fanno i matematici?, Springer Verlag, 2009
Vi siete mai chiesti cosa fa un matematico quando scrive freneticamente su un foglio di carta? Provate a chiederglielo. Vi sentirete rispondere qualcosa del tipo: “Sto cercando di dimostrare la natura iperbolica di questa equazione differenziale per poter applicare il metodo delle caratteristiche”. Non avete capito? Provate a chiedergli di spiegarvelo più semplicemente. La risposta sarà: “Allora… Ecco… Come posso dire… Sto cercando di dimostrare che questo coso qui (indica un formulane) appartiene a una certa categoria di equazioni in cui la soluzione si propaga da un certo dato iniziale lungo delle curve particolari”. Inutile insistere, non vi resta che andarvene. La matematica vi ha respinto un’altra volta. Ma una soluzione esiste ed è unica: leggere questo libro e lasciarvi guidare nell’incantato mondo dell’alta matematica senza per questo fare alta matematica. Capirete finalmente cosa studiano i matematici, cosa pensano, cosa li appassiona e in quale strano mondo n-dimensionale vivono. Dedicato a tutti coloro che vorrebbero studiare matematica ma che non lo hanno mai (o ancora) fatto, questo libro vi convincerà che la matematica è il perfetto connubio tra scienza e arte, tra curiosità e fantasia, tra scoperta e invenzione.

Fabio Toscano, La formula segreta. Tartaglia, Cardano e il duello matematico che infiammò l’Italia del Rinascimento, Sironi, 2009
Brescia, febbraio 1512. Le truppe francesi di Luigi XII invadono la città, saccheggiandola e massacrandone gli abitanti. Nel furore degli scontri, un ragazzo dodicenne è colpito da una sciabolata in pieno volto. Per le gravi lesioni subite, resterà balbuziente e sarà sempre conosciuto con il soprannome di Tartaglia. È questo grande matematico, insieme al collega e rivale Gerolamo Cardano, il protagonista di un momento cruciale per la storia della scienza: la scoperta e la disputa intorno alla formula risolutiva per le equazioni di terzo grado, il primo vero progresso dell’algebra dopo un sonno che durava da secoli. Nel Cinquecento, in Italia, i matematici si affrontavano in pubblici duelli, davanti a folle di spettatori, sfidandosi a risolvere problemi complessi. Dalla vittoria o dalla sconfitta dipendeva la successiva fortuna personale e scientifica dei due avversari. Secondo questa tradizione, Tartaglia e Cardano furono vividi attori – insieme a Scipione Dal Ferro, Ludovico Ferrari e ad altri comprimari – della polemica più feroce che la storia della matematica ricordi. Fabio Toscano ricostruisce questo episodio di acerba rivalità e di progresso scientifico: tra Brescia, Venezia, Bologna e Milano, tra successi intellettuali e povertà, giuramenti e tradimenti, astuzie e ingenuità, la storia della più grande contesa matematica dell’epoca.

Francesco Berto, Tutti pazzi per Godel! La guida completa al teorema di incompletezza, La Terza, 2009
Nel 1930 un ragazzo ventitreenne di nome Kurt Gödel dimostrò un teorema destinato a cambiare per sempre la nostra comprensione della matematica e, forse, di noi stessi: il Teorema di Incompletezza dell’Aritmetica. Questo libro ci guida, e senza presupporre alcuna particolare competenza matematica, nei segreti della leggendaria dimostrazione di Gödel e delle sue controverse implicazioni filosofiche. Francesco Berto mostra come alcuni usi del Teorema oggi invocato in migliaia di siti Internet, in discorsi di politica, religione, sociologia e, naturalmente, ermeneutica e postmodernismo – sorgano da buffi fraintendimenti del risultato gödeliano. E discute le posizioni dei molti nomi celebri del pensiero contemporaneo che hanno sentito il bisogno di dir la loro sul Teorema. Da Wittgenstein al profeta dell’Intelligenza Artificiale Douglas Hofstadter, vincitore del Premio Pulitzer col celebre Gödel, Escher, Bach; dal fisico Roger Penrose, per il quale invece il Teorema di Incompletezza mostra che nessun computer può emulare la mente umana, allo stesso Kurt Gödel, che associò la propria scoperta a un’intuizione puramente intellettuale dell’infinito.

Furio Honsell, Giorgio Bagni, Curiosità e divertimenti con i numeri, Aboca Edizioni, 2009
Gli amanti dei giochi di logica, degli indovinelli e della letteratura popolare, apprezzeranno questo piacevole libro che commenta un’opera divulgativa del matematico ed economista rinascimentale Luca Pacioli: il manoscritto De viribus quantitatis. Elencati i principi matematici e geometrici, fra’ Luca propone una divertente sequenza di passatempi matematici e topologici, trucchi con le carte e indovinelli; il lettore si trova così coinvolto in un’appassionante ricerca di risultati e soluzioni. Anche gli aneddoti e i segreti, che si traducono in consigli per vivere meglio, affascinano e trasportano in un mondo antico ricco di soluzioni incredibilmente moderne. Il commento a problemi e indovinelli è affidato a Furio Honsell, già Rettore dell’Università di Udine, matematico e storico dei numeri: con uno stile raffinato e arguto egli evidenzia i passaggi più curiosi, inaspettati e profani. Ancora un esperto matematico, Giorgio Bagni, ci propone una traccia precisa e sistematica di tutto il contenuto, fornendo semplici ed efficaci chiavi di lettura fugando ogni dubbio d’interpretazione. Il libro è dedicato agli appassionati di giochi matematici, trucchi, indovinelli, aneddoti e segreti della letteratura popolare.

Giorgio Balzarotti, Paolo Lava, Gli errori nelle dimostrazioni matematiche. Imparare la matematica e la logica dagli errori (degli altri), Hoepli, 2009
Il volume presenta una raccolta di dimostrazioni che nascondono infidi errori nel procedimento. Capitolo per capitolo sono analizzate argomentazioni che portano sia a risultati paradossali sia a conclusioni sensate. Obiettivo degli autori è spiegare che una dimostrazione è corretta solo se segue un appropriato percorso logico matematico e non, al contrario, se le conseguenze sono semplicemente giuste o ragionevoli. Il testo è inoltre integrato da brevi informazioni storiche.

Giovanni Filocamo, Mai più paura della matematica. Come fare pace con numeri e formule., Kowalski Editore, 2009
Molti di noi hanno vissuto e vivono ancora sulla propria pelle gli effetti nefasti della sindrome chiamata “paura della matematica”; anche i negazionisti convinti (per i quali la matematica è un’opinione) nascondono trascorsi piuttosto sofferti con equazioni, moltiplicazioni e radici quadrate. Giovanni Filocamo ha fatto la sua diagnosi: la paura è l’effetto e non la causa di esperienze scolastiche deludenti, durante le quali ci hanno presentato i numeri con molta autorità e poca immaginazione. La matematica, invece, non presuppone abilità innate né un particolare talento: basta solo smettere di darci degli incompetenti e soprattutto non avere paura di sbagliare, perché anche gli errori sono interessanti e le vie alla soluzione molteplici. Escludendo chi si trova agli estremi dello spettro (chi è affetto da inguaribile pigrizia, e chi invece dalla ben più seria discalculià), “Mai più paura della matematica” accompagna il lettore curioso in un viaggio attraverso la “Regina delle Scienze” per sentieri avvincenti, pieni di sfide ma senza tranelli. Portandoci a scoprire come la nostra vita quotidiana è colma di ragionamenti matematici che facciamo spesso in modo inconsapevole.

John A. Paulos, Un matematico legge i giornali. Difendersi con la logica dai trucchi dell’informazione, Rizzoli, 2009
La mattina aprendo il giornale ci troviamo di fronte il titolo: “Calano le tirature dei quotidiani”. Cosa dovremmo fare, comprarne un’altra copia? Niente paura, è solo auto-referenzialità: una delle assurdità minori tra molte che affliggono la nostra informazione. Non ce ne stupiamo più. E purtroppo crediamo a chi ci “dimostra” che alcuni dentisti diffondono intenzionalmente l’AIDS o che i cellulari possono anche curare il cancro, servendosi invariabilmente di diagrammi, statistiche, grafici e classifiche che fanno sembrare tutto vero. Mentre è tutto falso, o perlomeno abilmente pilotato. John Alien Paulos veste i panni del giustiziere matematico per porre fine a questo abuso dell’apparente oggettività dei numeri, e alla conseguente disinformazione selvaggia. Spiega per esempio come usare la logica per difendersi dai fabbricatori di divi artificiali e come maneggiare probabilità e casualità per ridimensionare articoli catastrofici su criminalità, epidemie e altri allarmi sociali. Demolisce con nozioni di aritmetica elementare pregiudizi dei consumatori, trucchi elettorali e mitologie sportive. E brandendo la teoria del caos fa piazza pulita della brutta abitudine di fare previsioni, così diffusa sulle pagine economiche. Articolo dopo articolo, errore dopo errore, questo libro dimostra come basti porsi le domande giuste per scoprire che ben poche delle notizie stampate ogni giorno hanno una qualsivoglia attinenza con la realtà.

Jonathan G. Koomey, I numeri che contano – E l’arte del problem solving, Edizione Muzzio, 2009
La risoluzione di problemi quantitativi è il processo grazie al quale prendiamo numeri e li trasformiamo in conoscenza, utilizzando il nostro istinto e la nostra esperienza per compensare là dove non abbiamo tutte le risposte. Anche se gli aspetti tecnici di questo processo si insegnano in molte università, dell’arte della risoluzione di problemi si discute raramente e ancor più raramente se ne scrive. Questo libro esamina proprio le complessità di quest’arte e vi aiuterà a diventare un analista di prima qualità nel campo in cui avete scelto di lavorare. Dopo aver letto questo libro, avrete gli strumenti giusti per valutare in modo indipendente le analisi utilizzate da altri. Saprete quali domande chiave porre, così da non ritrovarvi mai più ad essere alla mercé di quelli che trafficano in “dimostrazioni per vigore d’asserzione”. Sarete anche più efficaci nel condurre e nel presentare le vostre analisi, quale che sia l’argomento. Per padroneggiare l’arte del problem solving ci vuole ben più che una buona conoscenza dei calcoli fondamentali: bisogna capire come le persone usano le informazioni e imparare cose disparate come esplorare la propria ideologia, raccontare buone storie e distinguere i fatti dai valori.

Judidh R. Goodstein, Vito Volterra. Biografia di un matematico straordinario, Zanichelli, 2009
Vito Volterra, scienziato e matematico fra i più grandi che l’Italia abbia avuto, visse negli anni che vanno dall’Unità d’Italia allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Nato da una famiglia ebrea nel 1860, non ancora ventenne era già noto fra i matematici che avrebbero guardato a lui come a un faro nella rinascita della scienza in Italia. A quarant’anni era conosciuto in tutto il mondo scientifico, ricercato nei circoli intellettuali e mondani d’Europa, capofila indiscusso della scuola di matematica e fisica italiana. Nel 1925 era presidente della più antica società scientifica del mondo, l’Accademia dei Lincei, fondatore e presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, mentore del brillante e irrequieto Enrico Fermi. Nessuno di questi riconoscimenti fu sufficiente a evitare che il governo di Mussolini lo privasse di tutte le onorificenze e le cariche, quando, nel 1931, si rifiutò di prestare giuramento di fedeltà al regime fascista insieme a pochissimi altri professori universitari.

Kitty Ferguson, La musica di Pitagora, Longanesi, 2009
Benché Pitagora e il suo famoso teorema siano universalmente noti, sulla sua vita, il suo pensiero e la storia della scuola da lui fondata le notizie sono vaghe. Ciò si deve in larga misura all’atmosfera di segretezza che circondava la sua scuola. La scoperta fondamentale attribuita ai pitagorici è l’intuizione che alla base della natura ci sono relazioni matematiche e che l’universo è razionale. Tale assunto, nonostante la varietà delle interpretazioni, ha dato un importante contributo allo sviluppo scientifico ed è sopravvissuto in qualche forma fino a oggi. Se può essere suggestivo istituire relazioni fra l’Uno della filosofia pitagorica e le moderne teorie unificate in fisica, è tuttavia meno arbitrario, per distinguere la realtà dalla leggenda, affidarsi alla ricostruzione storica del pitagorismo fatta da Platone e Aristotele, vissuti due secoli dopo Pitagora, o ai racconti biografici assai più tardi di Giamblico, Porfirio o Diogene Laerzio. Soprattutto, il pitagorismo ha svolto una funzione fondamentale nel Cinquecento e nel Seicento, fornendo strumenti e stimoli a Copernico, Galileo e soprattutto Keplero, imbevuto di idee pitagoriche, come attestano il suo uso cosmologico dei poliedri pitagorici e il costante studio della musica delle sfere. In questo libro Kitty Ferguson restituisce ora nuova vita a uno dei più misteriosi sapienti dell’antichità, che i suoi discepoli chiamavano “il divino”.

Marco Abate, Matematica e statistica. Le basi per le scienze della vita, McGraw-Hill Companies, 2009
“Matematica e Statistica” affronta gli argomenti che sono alla base di qualsiasi trattamento matematico e statistico di dati sperimentali e di qualsiasi formulazione di modelli matematici, con un’esposizione che vuol rendere il più possibile evidente questo loro uso. In particolare si è cercato di fornire allo studente le capacità necessarie per interpretare e manipolare gli strumenti matematici a sua disposizione: dopo aver studiato questo testo lo studente dovrebbe essere in grado sia di capire il comportamento di una funzione data sia di costruire funzioni che abbiano un dato comportamento. Con questo obiettivo in mente l’autore ha scelto gli oltre 350 esempi svolti, spesso tratti da situazioni e contesti biologici, chimici o medici. Ciascun capitolo è ricco di strumenti pedagogici che, assieme alle oltre 200 figure, guidano lo studente nella comprensione dei concetti fondamentali. Completano il testo due importanti strumenti: oltre 50 Problemi guida, esercizi svolti scelti perché presentano applicazioni o tecniche particolarmente significative che possono fungere da guida per la soluzione di problemi simili; più di 700 Esercizi, che comprendono semplici verifiche delle conoscenze presentate, ma anche applicazioni in ambito scientifico delle tecniche apprese e approfondimenti dei risultati studiati.

Marcus Du Sautoy, L’ ipotesi dei numeri primi, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009
La successione dei numeri primi rappresenta fin dall’antica Grecia uno dei misteri più affascinanti della scienza: c’è un ordine prevedibile nella serie dei numeri primi, una regola per stabilire ad esempio quale sarà il centesimo numero primo? Nel 1859, il matematico tedesco Bernhard Riemann presentò una sua ipotesi, che sembrava rivelare una magica armonia tra i primi e gli altri numeri. Da allora, l’Ipotesi di Riemann ossessiona i matematici, e oggi chi riuscisse a dimostrarla vincerebbe un premio da un milione di dollari. In questo libro, Marcus du Sautoy presenta gli enigmi legati ai numeri primi e le loro fondamentali implicazioni in campi che vanno dalla fisica quantistica alla sicurezza informatica.

Mario Livio, Dio è un matematico. La scoperta delle formule nascoste dell’universo, Rizzoli, 2009
Come è possibile che un prodotto della mente umana, pur essendo indipendente dall’esperienza, si accordi tanto bene agli oggetti della realtà fisica? Se lo chiedeva, tra gli altri, Einstein pensando alla matematica, una disciplina che almeno dai tempi dei pitagorici ha assunto un’aura di divinità per le sue caratteristiche di perfezione e trascendenza. Man mano che le nostre conoscenze tecniche si sviluppano, scopriamo che le formule e le forme geometriche, elaborate sullo slancio della speculazione pura, descrivono con precisione il mondo che ci circonda e spesso anticipano scoperte ben più tarde. Qual è il mistero di tanta “irragionevole efficacia”? Per rispondere a questa domanda, Mario Livio ripercorre con vivace curiosità le avventure, i pensieri e gli accesi dibattiti delle grandi menti del passato: geni che non a caso furono insieme matematici e mistici, astronomi, fisici, sociologi e alchimisti. Così, tra le leggi della gravitazione universale di Newton, le geometrie non euclidee di Riemann e il teorema d’incompletezza di Godei, nel racconto trovano spazio anche le Osservazioni fatte sui bollettini di mortalità con cui nel Seicento il merciaio londinese John Graunt aprì la strada al trionfale ingresso di numeri ed equazioni nelle scienze sociali per mezzo della statistica.

Michele Emmer, Bolle di sapone. Tra arte e matematica, Bollati Boringhieri, 2009
Chi non si è divertito durante l’infanzia, e forse non ha mai smesso di divertirsi, nel fare le bolle di sapone? Giocare con le bolle di sapone è uno dei passatempi più diffusi, anche perché è di una estrema semplicità. Che cosa è più inconsistente, più ingannevole di una bolla di sapone? Insomma, vale la pena occuparsi di un argomento destinato, è il caso di dire, a finire in una bolla di sapone? Ma se l’oggetto di cui si parla è per sua natura, almeno apparentemente, molto fragile, non è così per il tema «bolle di sapone» che ha una ampiezza impensabile. Le bolle di sapone hanno una lunga storia nella letteratura, nella scienza, nell’architettura, persino nello spettacolo, soprattutto nell’arte. E nella musica. L’idea del libro è quella di raccontare «visivamente» la storia delle bolle di sapone. Non solo con le immagini dell’arte ma anche con quelle dell’architettura contemporanea, della scienza, della matematica, della natura. E si scoprirà una storia affascinante che parte dal Seicento, attraversa la grande arte dell’Ottocento, si inabissa negli oceani e arriva alla grande architettura contemporanea. Con immagini spettacolari e inattese.

Paolo Perrone, Quando il cinema dà i numeri, Le Mani, 2009
Il cinema, nel corso dei decenni, si è interessato alla figura dello studioso di numeri oscillando tra il vero (le cinebiografie di matematici realmente esistiti) e il falso (le vicende di personaggi creati dalla penna di abili sceneggiatori), portando ripetutamente sullo schermo bambini prodigio capaci di operazioni proibitive, perspicaci insegnanti, insigni accademici o semplici appassionati di calcoli. Un’ampia galleria di protagonisti in grado di condurre la settima arte nei territori rassicuranti della commedia sentimentale (L’amore ha due facce), lungo i versanti pericolosi del thriller (Oxford Murders – Teorema di un delitto), nell’anima ferita da un aspro conflitto generazionale (Will Hunting – Genio ribelle) e nel vortice paranoico di una mente deviata (A Beautiful Mind). Questo libro intende indagare proprio l’orizzonte sfaccettato e intrigante del cinema a carattere matematico, esaminando dapprima una quindicina di titoli incentrati espressamente sulla deduzione logica e concentrandosi successivamente su un ristretto ventaglio di sei film (da p – Il teorema del delirio a Giochi nell’acqua) nei quali i numeri, slegati dalle rigide procedure di conteggio, assumono significati extramatematici e connotazioni numerologiche, metafisiche ed esoteriche.

Rob Eastaway, Quanti calzini fanno un paio? Le sorprese della matematica nella vita di tutti i giorni, Dedalo, 2009
Come eseguire a mente un’operazione apparentemente impossibile? Come stupire gli amici con magici giochi di carte? C’è un segreto per risolvere velocemente un Sudoku? E per leggere il pensiero? Tutti, molto probabilmente, ci siamo posti una di queste domande, e tutti, certamente, sappiamo che le risposte ci obbligano a fare i conti con la matematica. La matematica è quella cosa, dice Eastaway, che “spesso ci fa sentire stupidi e anche un po’ arrabbiati”, e alla fine ci porta a dire, con uno stizzito atteggiamento di rinuncia: “Ma, dopo tutto, chi se ne importa?”. Questo libro, divertente, incalzante e istruttivo, lancia una sfida a tutti coloro che non si sentono portati per la matematica.

Russel Shorto, Le ossa di Cartesio. Una storia della modernità, Longanesi, 2009
La vicenda da cui prende le mosse questo saggio è nota al grande pubblico. Il filosofo Cartesio, nato in Francia nel 1596 e padre spirituale dell’età moderna, morì l’11 febbraio 1650 a Stoccolma, dove era stato chiamato dalla giovane Cristina di Svezia, che voleva essere istruita da lui sulle questioni di filosofia. Ancora oggi si discute sulle vere cause della morte del filosofo francese – una polmonite dovuta al rigido inverno svedese, o una congiura di palazzo causata da un suo legame troppo stretto con la regina? Meno invece si parla della misteriosa sorte toccata alle sue ossa. Obiettivo di questo originale saggio è invece proprio ripercorrere il bizzarro e spesso dimenticato destino occorso alle sue spoglie. Dov’è finito il teschio del grande pensatore, separato dal resto del corpo? È davvero quello conservato al Musée de l’Homme di Parigi? Seguendo il cammino delle ossa di Cartesio – che girarono per sei Paesi, in un arco di tempo di tre secoli e che furono più volte riesumate – a partire dalla prima tormentata sepoltura, che la regina volle dargli in terra protestante ma che fu ben presto rivendicata dalla cattolica Francia, Shorto ricostruisce una storia dell’Europa moderna. Le complicate vicende delle spoglie cartesiane rifletterebbero infatti l’altrettanto complicato intreccio di eventi e idee che animarono tre secoli di storia europea.

Sander Bais, Equazioni. Le icone del sapere, Dedalo, 2009
Il mistero del cosmo è scritto nel linguaggio della matematica, e le equazioni sono le frasi che ne esprimono la bellezza e la profondità. Cercare di spiegare la scienza senza equazioni è come cercare di spiegare l’arte senza illustrazioni: partendo da questo presupposto, Sander Bais presenta una galleria delle principali equazioni della fisica, vere icone della conoscenza in cui sono racchiuse le leggi fondamentali della natura. Delle diciassette equazioni prescelte, Bais racconta il percorso scientifico, storico e umano che ha portato alla loro genesi. Di ognuna di esse viene sottolineato il ruolo svolto nel plasmare la nostra comprensione della realtà fisica, nei suoi molteplici aspetti: dalla meccanica all’elettrodinamica, dalla fluidodinamica alla relatività e alla fisica quantistica. Dopo una breve introduzione dedicata al vocabolario del linguaggio delle equazioni, costituito da concetti matematici e dai simboli che li rappresentano, il lettore può decidere liberamente il proprio percorso: le chiavi di lettura, infatti, possono essere diverse, così come i legami tra le equazioni. Il risultato, nelle parole dell’autore, è un volo che ci permette di contemplare la bellezza di un paesaggio montuoso senza dover faticare sui sentieri accidentati che conducono alle vette. Ascoltiamo la natura che ci parla nella sua lingua.

Simona Poidomani, Numeri e poesia. Storia e storie di Ada Byron, Editoriale Scienza, 2009
Ecco la storia di una donna che non si dimentica facilmente. Ispirata, smaniosa di dimostrare a sé stessa e al mondo intero il suo genio, fin troppo consapevole della sua intelligenza. Una donna il cui cognome ingombrante, Byron, ha in qualche modo influito sulla sua vita. Figlia del famoso poeta inglese morto prematuramente Lord Byron, Ada Byron, cresciuta dalla madre nel timore che si appassioni alla letteratura, proprio come il celebre e scapigliato padre, riceve fin da bambina un’istruzione severa ma eccellente, prendendo lezioni da alcune tra le prime scienziate del tempo. Dotata di fantasia sfrenata e estrema sensibilità, diventerà una grande matematica in grado di esprimersi per immagini e metafore nuove. Così riuscirà a prefigurare ciò che ai tempi era inimmaginabile: un mondo di macchine intelligenti che lavorano per l’uomo: gli antenati dei nostri computer. Tra feste a corte e salotti mondani, frequentati dalle personalità più importanti dell’epoca (Herschel, Lyell, Babbage, Faraday, Dickens…) Ada con il suo talento per la scrittura e il grande amore per la scienza diventa una importante divulgatrice.

Tony Crilly, Cinquanta grandi idee di matematica, Dedalo, 2009
Chi ha inventato lo zero? Quanto è grande l’infinito? Dove si incontrano le rette parallele? Ed è vero che il battito d’ali di una farfalla può provocare una tempesta dall’altra parte del mondo? A queste e ad altre domande risponde un testo originale che presenta in 50 brevi saggi, chiari e rigorosi, i concetti matematici antichi e moderni, teorici e pratici, quotidiani ed esoterici che ci consentono di comprendere e modificare il mondo che ci circonda. In un percorso che procede dall’invenzione dello zero all’ultimo grande problema matematico rimasto insoluto, l’ipotesi di Riemann, Crilly guida il lettore alla scoperta della matematica che non si impara a scuola: spiega le potenzialità del calcolo e della statistica, chiarisce i concetti della relatività e della teoria del caos, svela la logica nascosta del Sudoku e il meccanismo dei giochi d’azzardo. I capitoli, ciascuno di quattro pagine, sono completati da una serie di interessanti inserti: aneddoti, linee del tempo, diagrammi esplicativi e approfondimenti.

Walter Kramer, Le bugie della statistica, Mimesis, 2009
La mattina, quando sfogliamo il giornale, veniamo letteralmente subissati di statistiche: il buco nella fascia di ozono aumenta o diminuisce a seconda del quotidiano, la disoccupazione cambia a seconda che siano la maggioranza o l’opposizione ad affrontare il problema, un telegiornale ci dice che l’economia va a gonfie vele, l’altro che siamo invece in recessione. In generale, le percentuali fornite dalle onnipresenti statistiche sono spesso presentate in modo impreciso, ingannevole, o almeno abbellite per essere più seducenti. Fino a oggi, tranne rare eccezioni, non sapevamo come difendercene né come tenerle nella dovuta considerazione quando si tratta di prendere decisioni importanti per la nostra vita, per esempio, calcolare gli interessi di un mutuo. Le bugie della statistica ci fornisce gli strumenti indispensabili per farlo. Liberandoci dai nostri errori, ci aiuta ad aprire gli occhi su un mondo che (a torto) riteniamo ostico e che diventa invece divertente, chiaro, utile e necessario. Dopo la lettura di questo libro, la mattina sfoglieremo il giornale con altri occhi.